Santa Eucaristia

Cosa insegna il Catechismo della Chiesa Cattolica sull’Eucaristia.

Ricordiamolo con questo schema a domande e risposte di un articolo di Istruzione cattolica.


Segnalo questi punti essenziali:

12. Come Gesù è presente nell’Eucaristia?

Gesù Cristo è presente nell’Eucaristia in modo unico e incomparabile. È presente infatti in modo vero, reale, sostanziale: con il suo Corpo e il suo Sangue, con la sua Anima e la sua Divinità. In essa è quindi presente in modo sacramentale, e cioè sotto le specie eucaristiche del pane e del vino, Cristo tutto intero: Dio e uomo.

13. Che cosa significa transustanziazione?

Transustanziazione significa la conversione di tutta la sostanza del pane nella sostanza del Corpo di Cristo, e di tutta la sostanza del vino nella sostanza del suo Sangue. Questa conversione si attua nella preghiera eucaristica, mediante l’efficacia della parola di Cristo e dell’azione dello Spirito Santo. Tuttavia, le caratteristiche sensibili del pane e del vino, cioè le «specie eucaristiche», rimangono inalterate.

14. La frazione del pane divide Cristo?

La frazione del pane non divide Cristo: egli è presente tutto e integro in ciascuna specie eucaristica e in ciascuna sua parte.

15. Fino a quando continua la presenza eucaristica di Cristo?

Essa continua finché sussistono le specie eucaristiche.

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In questo articolo, Aldo Maria Valli “punge”, con sottile ironia, la frenesia di quella Chiesa che è più preoccupata ad essere considerata ed accettata dal mondo che dal portare la Verità nel mondo! Lo fa introducendo le parole del Vocabolario utilizzato da questi pastori così alla moda.

Metto in evidenza alcuni termini di cui, veramente, non ne posso più tanto sono inflazionati, termini utilizzati per giustificare questa “nuova pastorale” vuota, che punta al dialogo tra entità senza identità. Si dimentica che il dialogo è uno strumento non il fine!
Come un pellegrino che ha dimenticato la meta e vive solo per stare in strada, divenendo solo un … vagabondo!

Accompagnare – Azione da compiere sulla via del discernimento. Come per accogliere, verbo altamente consigliato, strategico. Un cattolico aggiornato è un cattolico che accompagna. Mai specificare per andare dove. Usare spesso l’espressione “percorso di accompagnamento”, possibilmente con il volto atteggiato a comprensione e misericordia.

 

Discernimento –  Parola determinante. Avviene sempre e comunque nell’ascolto e nel cammino di accompagnamento. Il discernimento sia responsabile e serio. Il suo processo avvenga all’interno di una pastorale non fredda. Il suo fine sia distinguere esaminando le circostanze attenuanti. Usarlo in sostituzione del concetto di verità. Contrapporre con decisione ad autorità e norma. Fa ritrovare il gusto della libertà. Il cattolico aggiornato sostanzialmente è uno che discerne.

 

Dottrina – Se ne parli il meno possibile. Parola che non piace alla Chiesa Accogliente, perché porta con sé l’immagine di qualcosa di certo. Da prendere sempre con le molle. Mai accostarla a “retta”. Chi se ne occupa pecca di astrattezza. Non può sostituire il discernimento. Quando se ne esce, si ritrova il gusto della libertà. Se per caso scappa di citarla, dire che si sta parlando per assurdo.

 

Salvezza per Fede (tramite le opere)

Purtroppo c’è ancora qualcuno che continua ad affermare che uno che si comporta correttamente e fa del bene, verrà salvato automaticamente. Lasciando a Dio, ovviamente, la decisione ultima, visto che solo Lui scruta nel cuore di ognuno di noi, la Chiesa è piuttosto chiara (immagino che ai pastori “buonisti” questo possa dar fastidio).

Dal Catechismo della Chiesa Cattolica

161 Credere in Gesù Cristo e in colui che l’ha mandato per la nostra salvezza, è necessario per essere salvati.

A conferma di tale affermazione nel Catechismo si rimanda a:
Marco 16,16 “Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato”.

Giovanni 3, 36 “Chi crede nel Figliuolo ha vita eterna; ma chi rifiuta di credere al Figliuolo non vedrà la vita, ma l’ira di Dio resta sopra lui”.

Giovanni 6, 40 “Poiché questa è la volontà del Padre mio: che chiunque contempla il Figliuolo e crede in lui, abbia vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno”.

Il punto 161 del Catechismo si completa in questo modo: Approfondisci

Confusione casuale?

Si è discusso in questi giorni della onorificenza dell’Ordine Pontificio di san Gregorio Magno data ad una signora olandese nota per le sue lotte in favore dell’aborto. E’ un riconoscimento personale consegnato per meriti del candidato.
Mi è venuta in mente un’associazione particolare: Benito Mussolini! Quest’uomo viene evocato nei social per “meriti” e benefici avuti dal popolo italiano durante il suo governo. Se alcuni effetti delle sue politiche sicuramente hanno portato dei miglioramenti nella vita quotidiana di molte persone non va però dimenticato il male procurato prima negando la libertà e quindi con le leggi razziali. La scelta di entrare in guerra alleandosi con la Germania, guidata da un personaggi malefico, è stata un’altra opzione completamente errata per cui la Storia lo ha condannato. Vogliamo ora dargli una medaglia per quel poco di bene che può aver fatto? Stiamo scherzando? Riconoscergli anche una fettina di buono nelle sue azioni rischia di assolverlo agli occhi della gente (che tende ad avere un giudizio manicheo: o è buono o è cattivo!)
Ebbene per la Chiesa l’aborto è un omicidio di una creatura innocente. E’ un peccato mortale. La signora olandese che tanto si è prodigata e che continua a diffondere questo mezzo per la libertà (?) di scelta della donna può ricevere un riconoscimento anche se avesse fatto qualcos’altro di buono? Non si rischia di lanciare un messaggio errato? Quest’ultima domanda è retorica visto che la giustificazione della Santa Sede è stata a dir poco imbarazzante classificando il gesto come “prassi diplomatica”.

Ecco un articolo di Riccardo Cascioli su La Nuova Bussola Quotidiana: http://www.lanuovabq.it/it/se-in-vaticano-si-scopre-una-lobby-abortista

Scisma? Nei fatti!

Costanza Miriano, a mio parere, è brava in due cose (ma non solo, visto che eccelle come moglie e mamma di sicuro!):

  • riconoscere la Verità;
  • presentare la Verità con chiarezza.

In questo articolo dal suo blog, la giornalista chiarisce una volta in più che l’obiettivo della Chiesa non è correre dietro alle persone per giustificarle ma cercarle per camminare assieme sulla Vera Via della Vita.

Ma in questo articolo mi ha colpito anche la franchezza con cui Costanza Miriano parla dello scisma “de facto” nella Chiesa, sintetizzando bene le due anime di questa Chiesa. E su questo c’è bisogno di chiarezza. Ecco il passaggio:

Se non di uno scisma nella Chiesa (che di fatto per me già c’è), possiamo dire che oggi al suo interno convivono due antropologie irriducibili l’una all’altra. Secondo una l’uomo se agisce secondo la coscienza credendo di fare il bene, può fare quello che in fede ritiene giusto. Noi non possiamo da fuori giudicare perché bisogna conoscere l’intimo di ognuno, e poiché ogni cuore è un abisso, giudicare le azioni in modo oggettivo non è lecito. Secondo l’altra, un bene e un male oggettivo ci sono, anche se la partecipazione e la responsabilità dell’uomo dipendono dalla consapevolezza e da molti fattori. Secondo la prima l’uomo può conoscere e fare il bene, e quindi in fondo non ha bisogno di rapportarsi alla legge di Dio, perché in ultima analisi non ha bisogno di Dio. Per la seconda, l’uomo ha bisogno di essere salvato, perché da solo non è capace di bene (senza di me non potete far nulla, dice Gesù). Immagino che la prima idea di uomo vada bene per le brave persone. Noi peccatori, invece, noi mendicanti, assetati di verità, noi che non sappiamo neanche cosa chiedere in preghiera, noi che abbiamo un abisso al posto del cuore, noi che siamo un mistero a noi stessi, noi che sappiamo di essere capaci di male, noi che sappiamo quanto sia difficile amare davvero, noi abbiamo bisogno di Dio, perché sappiamo che è la sua legge e non “andare dove ci porta il cuore” che ci fa felici, e ci custodisce dal male.

Contraccezione doverosa?

Con il grimaldello del “discernimento” accompagnato dal ritornello del “caso da valutare” si vuole smontare la Dottrina.

in questo articolo, Aldo Maria Valli, analizza i pericoli del relativismo adottato da alcuni pastori: Un altro colpo di piccone all’insegnamento morale della Chiesa

Come nota Seifert, affermando che le norme della legge naturale sono storiche si mette in discussione alla radice il valore eterno e universale della norma morale e si apre la via al dominio dell’uomo sull’uomo.

A proposito di contraccezione, il vecchio argomento utilizzato già cinquant’anni fa dai critici di «Humane vitae» sostiene che una grande percentuale di sposi cattolici pratica abitualmente la contraccezione e non accetta la norma indicata dalla Chiesa. Tanto è vero che preti e vescovi preferiscono non parlarne. Ma con ciò? Significa forse che sarebbe giustificato non rispettare l’ottavo comandamento, e non richiamarlo, perché la maggioranza dei cattolici mente?Legando ciò che è buono o cattivo alle situazioni concrete e al giudizio soggettivo si aprono prospettive inquietanti. Ecco perché, ricorda Seifert, il proporzionalismo morale è dichiarato falso, e pericoloso, non solo dalla Chiesa, ma anche da altre religioni e dalla ragione umana, attraverso il pensiero di grandi filosofi come Socrate e Platone.