Discepoli verso Emmaus: Cleopa e…

Vangelo di Domenica 26 aprile 2020

Il brano di oggi ha provocato in noi una riflessione. La condividiamo umilmente e con amore filiale.

Spesso si fa notare che, dei due discepoli in cammino verso Emmaus, solo di uno si fa il nome: Cleopa. Questo, per molti commentatori, sta a significare che ognuno di noi si possa identificare nell’altro discepolo.
Per noi, questa sottolineatura, è sempre stata utile per discernere il messaggio che, ancora oggi, Gesù ci manda.
Questa mattina però ci chiedevamo: se fossi un sacerdote, un prete, un pastore della Chiesa Cattolica, cosa mi direbbe oggi il Risorto?
Questa domanda ci è sorta perché nell’atteggiamento dei due discepoli riconosciamo, purtroppo, l’atteggiamento di molte guide delle nostre parrocchie, chiese, santuari.
Discutono su quello che è successo, soprattutto di politica ultimamente, ma con occhi che impediscono di riconoscere la presenza di Gesù. Addirittura, se provocati da qualche domanda, si mostrano “col volto triste”.
Ma sono fieri del loro ruolo tanto che subito salgono in cattedra per spiegare, socialmente e politicamente, cosa è successo… al protagonista della Storia!
Questi sacerdoti, preti, pastori della nostra chiesa “speravano che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele”. Hanno il loro disegno in testa e, anche se non è detto coincida con quello per cui sono consacrati, sperano di realizzarlo. Conoscono la Verità: gliel’hanno raccontata “alcune donne”.
Ma loro sono i pastori, i sacerdoti, i preti, sta a loro stabilire la Verità!
Infatti vanno a verificare (“Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto”) ma non riescono ancora a trovarlo, non lo vedono!
Ed ecco allora che c’è la seconda (o n-esima) occasione che Gesù offre sempre! Si riparte da zero (“E cominciando da Mosè”), si rispiega il tutto.
Può bastare? No, siamo sempre tra docenti, al più ti ringrazio e ti offro la cena (“Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto”).
Ed ecco che si passa dal livello intellettivo (la spiegazione) al livello esperienziale (“prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro“), e qui si aprono gli occhi, si torna a rivivere l’ardore che ha condotto a donare la propria vita, a sperimentare nuovamente il fuoco della decisione che ha condotto alla propria consacrazione e tutto, anche la spiegazione (“Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?”), tutto riprende senso, anche l’impegno sociale e politico. La testa e il cuore tornano a collaborare per il Risorto.

Ecco, confidiamo, e preghiamo, che questa possa essere l’esperienza che alcuni sacerdoti possano vivere. Condividendo che noi per primi ci identifichiamo in questi discepoli così confusi, persi, tristi.
Ma ci sentiamo illuminati ogni volta che abbiamo l’occasione di tenere gli occhi aperti e rivedere Gesù. Aiutateci a riconoscerlo e cogliere i Suoi segni nel quotidiano e nella Storia.

Dal Vangelo secondo Luca [Lc 24,13-35]

Ed ecco, in quello stesso giorno [il primo della settimana] due dei [discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto». Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

Ma è corretto?

Dal Documento sulla Fratellanza Umana (4 febbraio 2019), firmato dal Papa:

«Il pluralismo e le diversità di religione, di colore, di sesso, di razza e di lingua sono una sapiente volontà divina, con la quale Dio ha creato gli esseri umani. Questa Sapienza divina è l’origine da cui deriva il diritto alla libertà di credo e alla libertà di essere diversi»

A nostro parere questa frase ha un errore palese! Come può Dio “volere” il pluralismo e la diversità di religione? Può permettere (altrimenti ci giochiamo il libero arbitrio), ma “volere”?

Ci confronteremo con un pastore, filoso e teologo, e cercheremo di comprendere

Laici per la Chiesa

Martedì 19 febbraio 2019: piazza San Silvestro, nel cuore di Roma, cento persone provenienti da tutto il mondo hanno presidiato la piazza, in preghiera, e in silenzio, per chiedere che sia abbattuto il muro del silenzio di troppi pastori sulla crisi morale e dottrinale della Chiesa.

Siamo laici cattolici, provenienti da tutta Italia e da ogni parte del mondo. Partecipiamo a questa manifestazione a titolo personale, o a nome di associazioni e testate giornalistiche accomunate dall’amore per la Chiesa, la sua dottrina e le sue istituzioni. Siamo riuniti per questo evento sotto il nome di Acies ordinata, un appellativo che la tradizione della Chiesa riserva a Maria SS.ma, che raccoglie l’esercito dei suoi fedeli e sconfigge i suoi nemici: terribilis ut castrorum acies ordinata (Cantico dei Cantici, 6, 3; 6,9). Figli della Chiesa militante, siamo qui per professare pubblicamente la nostra fede cattolica, ma anche per rompere il muro del silenzio. Il silenzio tombale dei Pastori della Chiesa di fronte ad una crisi dottrinale e morale senza precedenti.

Approfondisci