Le priorità di ogni Cristiano

In questo articolo http://www.totustuus.it/mons-negri-le-sfide-della-fede/ si riprende una lettera di Mons. Negri in cui si chiariscono le priorità della Chiesa del futuro che sostanzialmente si riassumono in

Dobbiamo dire con la nostra esistenza (prima ancora forse che con le nostre parole) che la fede vale più della vita: che il senso del mangiare e del bere, del vegliare del dormire, del vivere e del morire – cioè dell’esistenza, ossia della sua articolata, faticosa e dolorosa esperienza, ma anche del suo lieto muoversi – è la Fede.
Noi non possiamo limitarci a dire che l’umanità ha tanti problemi da risolvere e che noi ci apprestiamo ad aiutare a risolverli, in parte perché non siamo così sprovveduti da pensare che noi potremmo risolvere tutti i problemi materiali, economici e sociali.
Noi dobbiamo dimostrare che la fede, svolgendosi nella nostra vita e diventando testimonianza, è capace, sulla base dell’annuncio di Gesù Cristo, di arrivare a tutte le conseguenze della vita personale, della vita familiare, della vita sociale, della vita nazionale e internazionale

Interessante anche la prospettiva con cui si deve vivere, da cristiani, l’accoglienza degli immigrati:

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Chiarezza e Verità

Un primo articolo dal blog di Costanza Miriano sulla confusione di un “pastore” (?)
https://costanzamiriano.com/2018/02/05/come-puo-la-chiesa-chiedere-fedelta-al-peccato/

Il titolo chiarisce subito la questione: Come può la Chiesa chiedere fedeltà al peccato?
E il richiamo è rivolto ad un sacerdote (?) che invita gli omosessuali alla fedeltà nella loro relazione.
L’articolo è, come al solito chiaro, ma in questo caso, anche piuttosto veemente proprio per la gravità delle scelte di questo prete torinese.

Grazie a Dio, qualche prelato – il Vescovo di Torino! – che conosce i fondamentali (Catechismo della Chiesa Cattolica) richiama tutti all’ordine precisando che

Questo è lo scopo del percorso spirituale di accompagnamento e discernimento proposto in Diocesi. Esso vuole dunque aiutare le persone omosessuali a comprendere e realizzare pienamente il progetto di Dio su ciascuno di loro.
Ciò non significa approvare comportamenti o unioni omosessuali, che restano per la Chiesa scelte moralmente inaccettabili: perché tali scelte sono lontane dall’esprimere quel progetto di unità fra l’uomo e la donna espresso dalla volontà di Dio Creatore (Gen. 1-2) come donazione reciproca e feconda. Questo però non significa non prendersi cura dei credenti omosessuali e della loro domanda di fede.

http://www.diocesi.torino.it/site/pastorale-degli-omosessuali-intervento-di-mons-nosiglia/