Le priorità di ogni Cristiano

In questo articolo http://www.totustuus.it/mons-negri-le-sfide-della-fede/ si riprende una lettera di Mons. Negri in cui si chiariscono le priorità della Chiesa del futuro che sostanzialmente si riassumono in

Dobbiamo dire con la nostra esistenza (prima ancora forse che con le nostre parole) che la fede vale più della vita: che il senso del mangiare e del bere, del vegliare del dormire, del vivere e del morire – cioè dell’esistenza, ossia della sua articolata, faticosa e dolorosa esperienza, ma anche del suo lieto muoversi – è la Fede.
Noi non possiamo limitarci a dire che l’umanità ha tanti problemi da risolvere e che noi ci apprestiamo ad aiutare a risolverli, in parte perché non siamo così sprovveduti da pensare che noi potremmo risolvere tutti i problemi materiali, economici e sociali.
Noi dobbiamo dimostrare che la fede, svolgendosi nella nostra vita e diventando testimonianza, è capace, sulla base dell’annuncio di Gesù Cristo, di arrivare a tutte le conseguenze della vita personale, della vita familiare, della vita sociale, della vita nazionale e internazionale

Interessante anche la prospettiva con cui si deve vivere, da cristiani, l’accoglienza degli immigrati:

Il mondo di oggi non sono soltanto le migliaia di persone che dalle parti più disparate della terra, con le motivazioni più diverse giungono qui – quindi non necessariamente tutte motivazioni adeguate, umane, significative ed oneste: perché gli extracomunitari non sono una terra benedetta dove non c’è né peccato, né orgoglio, né violenza, ecc… –
Il mondo d’oggi è questa gente che ci vive accanto, o che ad ondate viene accolta (per la mitezza e la generosità del nostro popolo) con non pochi sacrifici nelle nostre strutture abitative.
A questa gente che cosa dobbiamo dire come Chiesa? “Arrangiatevi, rifocillatevi e andate in pace?”
Dobbiamo dire che c’è Gesù Cristo che li attende e li aspetta! Di cui sono bisognosi anche se non lo sanno e perciò la nostra prima preoccupazione, il respiro ampio della nostra vita è annunciare Cristo.
Io sono rimasto scandalizzato dalla sottolineatura della necessità dell’accoglienza che non facesse mai riferimento al fatto che quella accoglienza doveva essere motivata in noi e animata da una volontà missionaria, da una volontà di comunicazione di Cristo.
La demagogia del “tutti dentro” o del “tutti fuori” è stata pur rivista e corretta, mettendoci di fronte a dei compiti e delle responsabilità.

pecorellesmarrite

Laico cristiano cattolico smarrito

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