Tutto è dovuto?

Breve storiella introduttiva

Un genitore si presenta ad un preside (ora si dice dirigente) e chiede di iscrivere la figlia al liceo classico poiché la figlia e loro, in qualità di genitori, ritengono quello classico il miglior diploma.
Il dirigente resta attonito e chiede: “Perché venite da me per l’iscrizione? Si fa online e non ci dovrebbero essere problemi”. La madre prontamente risponde: “Un problema c’è! Sono Latino e Greco!”
Il preside (in realtà dirigente) ancor più perplesso chiede: “Non capisco. Sono le discipline portanti della formazione classica ed i nostri docenti sono veramente bravi”
La madre: “No, non ci siamo capiti. Volevo chiederLe se si possono togliere queste due discipline. Oppure esonerare dalla frequenza delle stesse mia figlia. Sa, al giorno d’oggi, queste lingue morte non servono più!”
Il preside (sì, a questo punto è preside perché presidia la formazione classica!) sbalordito risponde: “Gentile signora, non ci siamo. Se per la formazione di sua figlia non desidera queste due discipline non può che scegliersi un’altra scuola! Arrivederci”. E con modi garbati la saluta e la invita ad uscire. La madre se ne va urlando e brontolando che è inconcepibile negli anni duemila una situazione di questo tipo!

Beh, che ne pensate? Mi pare evidente dove stia la ragione (ed il buon senso), no?
Questo aneddoto mi è servito per introdurre l’esperienza che ho vissuto tre giorni or sono.

Sono stato ad una riunione parrocchiale convocata dalla catechista in vista della Cresima. Era presente anche il parroco. Dopo una bella preghiera iniziale, introdotta dal parroco in cui invitava ognuno dei genitori a recitare l’Ave Maria (non senza difficoltà per qualcuno dei presenti), si è passati alle cose tecniche. Fotografo, fiori, … Fin qui nulla di strano. Le solite discussioni che forse allontanano dal senso del sacramento che i ragazzi riceveranno. Ma il bello doveva ancora venire! Il sacerdote introduce l’ultimo punto: “devo leggervi un modulo, una pratica burocratica, che va assolta”. E qui si scatena il pandemonio. Perché? Semplice, le indicazioni  per la scelta del padrino/madrina da parte della Chiesa sono chiare. E coerenti. Ma tutti (tutti tranne il sottoscritto) iniziano a protestare poiché la scelta è un atto di responsabilità e di fiducia che si deve ai genitori. Come si permette la Chiesa di chiedere che il padrino/madrina sia cattolico? Non divorziato addirittura? Su quest’ultima condizione la protesta si riduceva a “ma io non trovo nessuno!”. E si aggiungeva “neppure io, genitore, soddisferei queste condizioni!”
Nessuno che si ponesse il problema di cosa significhi confermare la propria fede e quale fede si conferma.
Non sono tornato a casa sconvolto ma consapevole della realtà.
Il sacerdote? Alla domanda se fosse d’accordo con quanto richiesto nel modulo la sua risposta è stata chiara: “Sì!”. Qualcuno era sorpreso da questa risposta tanto da dirgli: “Non me l’aspettavo da te!”
Soluzione? Il parroco parlerà con i padrini/madrine proposte dai genitori e valuterà caso per caso.

pecorellesmarrite

Laico cristiano cattolico smarrito

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