Lo specchio vanitoso

Uno specchio, antico e prezioso, iniziò a porsi dei dubbi. Ogni volta che qualcuno gli si parava davanti notava espressioni o gesti particolari. Chi si sistemava i capelli, chi socchiudeva gli occhi, chi li sgranava, chi passava la lingua davanti ai denti anteriori con la bocca chiusa, qualcuno si metteva di profilo e addirittura, qualcun altro si metteva di spalle contorcendosi per rimirare il proprio posteriore. Quello però che sorprendeva di più lo specchio erano le frasi che uscivano dai soggetti che si ponevano davanti a lui. “Che occhi!”, “Mamma mia, devo farmi la barba”, “Meglio se sto a casa oggi!”, “Son proprio bello!”…
Insomma.. possibile che uno gli si mettesse davanti e invece di fargli apprezzamenti se ne uscisse con tali espressioni che nulla avevano a che fare con lui? Non riusciva a comprendere.
Ma un giorno un tale gli si pose davanti. Si pose degli occhiali sul naso e continuava a muovere il capo. Ad un certo punto il riflesso sugli occhiali gli svelò l’arcano: il tipo non stava scrutandolo ma si rimirava sull’immagine che lui stesso, lo specchio, stava producendo.
Questo lo sconvolse per un po’ di giorni. Continuava a pensare: “non è me che guardano!”.

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