Lo specchio vanitoso

Uno specchio, antico e prezioso, iniziò a porsi dei dubbi. Ogni volta che qualcuno gli si parava davanti notava espressioni o gesti particolari. Chi si sistemava i capelli, chi socchiudeva gli occhi, chi li sgranava, chi passava la lingua davanti ai denti anteriori con la bocca chiusa, qualcuno si metteva di profilo e addirittura, qualcun altro si metteva di spalle contorcendosi per rimirare il proprio posteriore. Quello però che sorprendeva di più lo specchio erano le frasi che uscivano dai soggetti che si ponevano davanti a lui. “Che occhi!”, “Mamma mia, devo farmi la barba”, “Meglio se sto a casa oggi!”, “Son proprio bello!”…
Insomma.. possibile che uno gli si mettesse davanti e invece di fargli apprezzamenti se ne uscisse con tali espressioni che nulla avevano a che fare con lui? Non riusciva a comprendere.
Ma un giorno un tale gli si pose davanti. Si pose degli occhiali sul naso e continuava a muovere il capo. Ad un certo punto il riflesso sugli occhiali gli svelò l’arcano: il tipo non stava scrutandolo ma si rimirava sull’immagine che lui stesso, lo specchio, stava producendo.
Questo lo sconvolse per un po’ di giorni. Continuava a pensare: “non è me che guardano!”.

Il suo obiettivo gli diventò sempre più evidente. Voleva che tutti lo guardassero per apprezzarne la bellezza. Con questi pensieri il suo animo si fece buio. Sempre più buio. Questo suo spirito però si ritorceva nella sua capacità di riflettere. Ma lo specchio pensò: “se io non rifletto più, dovranno guardarmi!” E continuò a farsi sempre più buio nell’animo. E i risultati iniziarono a vedersi: Le persone che si fermavano davanti si spostavano per trovare lo spazio ove specchiarsi. E quindi sistemarsi. Ma ancora nessuno notava lo specchio.
Lo specchio non esitò. I suoi pensieri erano sempre più tetri. Finché il gran giorno arrivò! Un tale gli si fermò davanti. Ma dopo alcuni secondi esclamo: “non si vede niente!” Lo specchio ebbe un sussultò. Ecco, sta per giungere il mio momento… ma il tale se ne andò. E così il successivo. E così quello dopo. Finché nessuno si fermò più.

Se perdi la tua funzione, il tuo scopo, il tuo ruolo, prima o poi verrai dimenticato!
Come certi pastori che invece di portare le pecore al Signore si aspettano solo lodi e applausi. Più c’è l’IO meno c’è DIO!

 

pecorellesmarrite

Laico cristiano cattolico smarrito

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