“Essere cattolico” che significa?

Ho letto vari editoriali sull’analisi del voto, in particolare del voto cattolico.
Non voglio entrare nel merito sugli impegni che si prefissa il Popolo della Famiglia, il partito che esplicitamente si rifà alla Dottrina sociale della Chiesa per difendere quei principi e valori cristiani cattolici.
C’e una questione che reputo però prioritaria e indefettibile e sono proprio i valori cristiani appena citati.
Mi sembra che il Popolo della Famiglia abbia molto chiaro quali siano questi valori e questo mi rincuora e rasserena. Non li ribadisco in questo articolo ma li sottoscrivo uno ad uno (sono stati presentati chiaramente e senza sconti in campagna elettorale ma anche in questi giorni).
Il problema però va esteso al voto cattolico e qui nasce la questione essenziale: cosa significa definirsi cattolico? Può definirsi cattolico un premier che poi fa approvare le unioni civili? Può definirsi cattolico chi vuole benedire l’unione omosessuale? Può definirsi cattolico chi promuove l’aborto? Può definirsi cattolico chi elogia premia personalità discutibili che hanno propagandato azioni contro la morale cattolica? Può definirsi cattolico chi, purtroppo in ruoli istituzionali per la difesa della Vita, giustifica l’eutanasia non riuscendo a distinguere tra cure palliative e accanimento terapeutico?

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Laici modello

Il cristiano deve essere un guerriero!
[dal blog Blondet & Friends]

«Distinguetevi da questa generazione corrotta», così l’attore ha pungolato l’uditorio. «Siate santi. Non siete stati creati per conformarvi. Siete nati per distinguervi ed emergere».

«Ragazzi, ci sono stati un bel po’ di dolore e di sofferenza… prima della resurrezione», ha affermato Caviezel. «E il vostro cammino non sarà differente. Perciò abbracciate la vostra croce e correte verso i vostri obiettivi».

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