Cosa insegnano i Magi?

I Magi ci insegnano ad alzare lo sguardo verso la stella e a seguire i desideri del nostro cuore. Ci insegnano a non accontentarci di una vita mediocre ma a lasciarci sempre affascinare da ciò che è buono, vero, bello

Chi ha proferito tal sentenza? Per fortuna son citati i Magi a fornire qualche indizio. Questa frase è di un Vescovo di una nota città europea. Ma mi ha fatto una tristezza notevole. Perché? Cosa insegnano i Magi? “A seguire i desideri del nostro cuore”! I desideri del nostro cuore? Ma possono essere qualunque! Inoltre i Magi ci insegnano “A non accontentarci di una vita mediocre”. E questa è di una banalità spaventosa. Steve Jobs l’avrebbe detta meglio. E la chiusura? Beh.. lasciamo perdere.
E io che pensavo che i Magi fossero venuti per Gesù Bambino che dà senso a tutta la nostra esistenza

PS Indovinate qual è la città europea?

Pastori.. inutili?

Una frase che può sembrare sensata:  «Sortirne tutti insieme è la politica. Sortirne da soli è l’avarizia»
di don Milani, può essere in realtà una fesseria se non si chiarisce il contenuto, ovvero su cosa si concorda!

L’articolo http://lanuovabq.it/it/paglia-e-vescovi-inglesi-quando-i-pastori-sono-inutili-1 di Stefano Fontana cita appunto tale frase per chiarire, ancora una volta, che il dialogo non è il fine ma uno strumento e che l’obiettivo è, sempre, la Verità.

Tutto è dovuto?

Breve storiella introduttiva

Un genitore si presenta ad un preside (ora si dice dirigente) e chiede di iscrivere la figlia al liceo classico poiché la figlia e loro, in qualità di genitori, ritengono quello classico il miglior diploma.
Il dirigente resta attonito e chiede: “Perché venite da me per l’iscrizione? Si fa online e non ci dovrebbero essere problemi”. La madre prontamente risponde: “Un problema c’è! Sono Latino e Greco!”
Il preside (in realtà dirigente) ancor più perplesso chiede: “Non capisco. Sono le discipline portanti della formazione classica ed i nostri docenti sono veramente bravi”
La madre: “No, non ci siamo capiti. Volevo chiederLe se si possono togliere queste due discipline. Oppure esonerare dalla frequenza delle stesse mia figlia. Sa, al giorno d’oggi, queste lingue morte non servono più!”
Il preside (sì, a questo punto è preside perché presidia la formazione classica!) sbalordito risponde: “Gentile signora, non ci siamo. Se per la formazione di sua figlia non desidera queste due discipline non può che scegliersi un’altra scuola! Arrivederci”. E con modi garbati la saluta e la invita ad uscire. La madre se ne va urlando e brontolando che è inconcepibile negli anni duemila una situazione di questo tipo!

Beh, che ne pensate? Mi pare evidente dove stia la ragione (ed il buon senso), no?
Questo aneddoto mi è servito per introdurre l’esperienza che ho vissuto tre giorni or sono.

Approfondisci

Cattolicesimo e Luteranesimo: differenze e incompatibilità

Tanto per precisare un articolo chiaro e preciso su Cattolicesimo e Luteranesimo

https://gloria.tv/article/UmEh3oQwu9gc1991uGLBZ2jyH

La salvezza solo attraverso la fede
Lutero afferma che la salvezza si realizzerebbe solo attraverso la fede e le opere non concorrerebbero in tal senso. La frase chiave è quella della Lettera ai Romani: «Il giusto vivrà per la sua fede» (Rm 1,17). Dimenticando, però, le parole della Lettera di Giacomo: «L’uomo viene giustificato in base alle opere e non soltanto in base alla fede» (Gc 2,24).
La Dottrina cattolica esprime invece un equilibrio tra fede e opere. Occorre la fede con le opere. Non basta né solo la fede, né tantomeno solo le opere. Occorrono entrambe. Occorrono insomma la grazia e la libera corrispondenza alla grazia. Per capire possiamo utilizzare questo esempio. Siamo in una stanza completamente buia e dobbiamo trovare un oggetto prezioso che abbiamo perso. Per quanti sforzi volessimo fare, il buio c’impedisce di cercare. Si accende improvvisamente una luce, la ricerca diventa più facile, ma perché sia proficua occorre comunque il nostro impegno. Per trovare l’oggetto prezioso, dunque, occorre la luce (la fede), ma anche il nostro impegno (le opere).

Teorema di Pitagora e.. matrimonio

Consideriamo il teorema di Pitagora, teorema famoso e noto a tutti.

La somma dei quadrati dei cateti è uguale al quadrato dell’ipotenusa.
Questa è la versione algebrica che si traduce geometricamente come in figura.

Perché scriviamo del teorema di Pitagora? Perché è un’ottima metafora, a mio parere, del matrimonio, più precisamente del matrimonio cristiano. Vediamo di spiegarla. Approfondisci

Assenza di corruzione

L’attualità di una pagina di del beato John Henry Newman

È vero: ci sono state stagioni in cui, ad opera di cause esterne ed interne, la Chiesa è stata precipitata in uno stato che era una sorta di deliquio; ma i suoi meravigliosi risvegli, mentre il mondo celebrava i propri trionfi su di lei, sono un’ulteriore prova dell’assenza di corruzione nel sistema di dottrina e di culto in cui essa si è sviluppata.